Le Para e le noie

Si sono appena concluse le paraolimpiadi, ho impressa nella mente l'immagine di una gara di nuoto. Braccio in più o braccio in meno, la situazione era questa: un atleta seduto sul bordo piscina senza gambe, l'altro sul blocco di partenza tutto storto per l'assenza di un arto, l'altro aggrappato al bordo senza una gamba...


Quanta passione, coraggio, forza fisica e mentale, forza di volontà hanno questi atleti?

Penso poi al recente caso di Filippo Pozzato, ciclista squalificato dal Tribunale Nazionale Antidoping per 3 mesi per “essersi avvalso della consulenza e prestazione di soggetto inibito in modo continuo e reiterato”, cioè ha avuto contatti con un medico "proibito".
E penso al corridore Alex Schwazer che ha confessato di aver usato EPO prima della gara Olimpica. 

E' vero che gli atleti normodotati gareggiano per portare a casa uno stipendio e hanno obiettivi diversi dai disabili. Il motto "l'importante è partecipare" per loro non ha senso se l'esclusione dal podio mette a rischio il rinnovo di contratto. Per non parlare dell'immagine pubblica, la perdita di fascino. Avete guardato bene certi calciatori? Certi personaggi da poster ammirati dalle ragazzine. Guardateli attentamente, se li incontraste per strada li notereste? Persone normalissime. Ma ecco che arriva il podio, la vincita del torneo e improvvisamente sono bellissimi!

Cosa spinge giovani ragazzi a rischiare la loro salute e la loro reputazione, sperando di non farsi troppo male, sperando che non si venga a sapere? Parlo di un atleta che confessa di aver barato ma anche di quello che, di fatto, ha dato motivi per dubitare della sua onestà.
Per cosa? Soldi e notorietà? Ne vale veramente la pena?


Per fortuna ci sono le Paraolimpiadi a salvare quello che di "sportivo" è rimasto.
Grande Alex Zanardi!

Alex Zanardi

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