Piove piove la gatta non si muove...

Quando si conoscono persone nuove, dopo le classiche domande nomi, cognomi, città, professioni, arriva sempre il momento in cui si hanno mille domande da fare ma non c'è quella confidenza tale da poterle chiederle.
"La ragazza che ti accompagna è tua moglie o tua figlia?".
Arriva quindi qel momento imbarazzante di silenzio che spesso è rotto quando qualcuno inizia a parlare dei figli. Numero,età, scuola... I figli son sempre un buon argomento, si posson fare tante domande a riguardo e un genitore ha sempre qualcosa da dire a riguardo.
E chi figli non ne ha?

Personalmente, posso classificare le persone senza figli che ho incontrato in due categorie: chi in quei momenti parla del tempo e chi dei gatti.
Chi possiede un gatto pensa che tutti amino i gatti. Iniziano a raccontarti di come li abbiano raccolti dalla strada, curati, portati dal veterinario. Come quei piccolini amino giocherellare col gomitolino di lana della nonna, come quei grossi pesanti amici sbuchino coi loro occhioni vispi dalla finestra, come siano felici quando vedono il pranzetto pronto (quello della pubblicità in televisione magari, tra uno spot per dimagrire e uno per donazioni ai bambini affamati del terzo mondo spesso c'è una pubblicità di una lattina di cibo per gatti). E poi iniziano a raccontarti delle loro avventure, di quella volta che il gattino stava camminando in bilico nel cornicione e quando hanno dovuto prendere la scala per recuperarlo dal ramo dell'albero e salvarlo.

Personalmente,